Vues et vécus en Algérie et ailleurs. Forum où au cours des jours et du temps j'essaierai de donner quelque chose de moi en quelques mots qui, j'espère, seront modestes, justes et élégants dans la mesure du possible. Bienvenue donc à qui accède à cet espace et bienvenue à ses commentaires. Abdelmalek SMARI
Tutti i giorni, più volte al giorno, ci guardiamo in uno specchio; lo usiamo per pettinarci, truccarci, guardare come sta il vestito, ci specchiamo in ascensore e nella vetrina di un negozio. Ma lo facciamo senza attenzione, ci riflettiamo dentro senza rifletterci sopra;
e anche se pensiamo di sapere come lo specchio funziona, forse ci sfuggono alcuni dettagli.
Dovremmo invece porci una domanda: cosa succede all’oggetto riflesso? Cosa gli fa lo specchio? Chiediamolo in giro, la risposta sarà quasi sempre la stessa: lo specchio inverte la destra con la sinistra. Ovvio, semplice e facile da verificare, quindi è vero; o no?
Un giorno il sapiente del villaggio stava cercando di mostrare questo fatto a Giuha e sua moglie.
Il sapiente disse a Giuha: “Fai la prova tu stesso. Prendi un libro da quella pila con la mano destra, mettiti in piedi davanti a questo specchio e osserva con attenzione. Cosa vedi?” Rispose sicuro Giuha: “Vedo un altro Giuha, ma con il libro nella mano sinistra. Quindi è proprio vero, lo specchio inverte la destra con la sinistra.”
Il sapiente lo invitò a pensarci su bene prima di rispondere, e di guardare in tutte le direzioni. Così Giuha si fermò a ragionare a lungo; infine notò una cosa: lo specchio invertiva le sue mani, la destra con la sinistra, ma non la testa con i piedi; alto e basso rimanevano al loro posto. “Com’è possibile? deve esserci per forza un invisibile asse verticale di riflessione dentro lo specchio … ma cosa succede se si ruota lo specchio di un quarto di giro? L’asse verticale diventa orizzontale e lo specchio invertirà alto e basso!”
Mentre lo diceva si rendeva conto che non poteva funzionare, ma chiese lo stesso al sapiente di girare lo specchio; egli fece ciò che gli era stato chiesto, e infatti l’immagine di Giuha restò ferma, dritta in piedi davanti a lui, senza alcun cambiamento.
Nel frattempo il sapiente scattò una foto a Giuha con il cellulare. “Dopo capirai,” gli disse, “ma ora considera che lo specchio è un piano, uguale in tutte le direzioni, non conosce differenza tra destra e sinistra, alto e basso; quindi non è possibile che inverta in una sola di queste direzioni.”
Giuha era perplesso: perché lo specchio inverte destra e sinistra e non invece l’alto con il basso? Arrivò a pensare che c’entrasse la forza di gravità …
Allora il sapiente disse a sua moglie: “Per favore, sdraiati sul fianco sinistro in fronte allo specchio e tieni quest’altro libro nella mano destra.”
Lei lo guardò strana ma poi fece come gli aveva chiesto; Giuha guardò lei e la sua immagine e poi disse: “Vedi, le succede come a me, il suo riflesso è sdraiato sul fianco destro e ha il libro nella mano sinistra; destra e sinistra sono invertite.”
Intervenne sua moglie: “Non è vero! La mia mano con il libro è in alto, non a sinistra, e l’altra mano è in basso; lo specchio inverte me alto e basso e te destra e sinistra.”
“Non è possibile!” esclamò Giuha, “lo stesso specchio, nello stesso momento, inverte in due direzioni opposte?!?” Giuha era sempre più perplesso. Dopo un poco disse, lentamente:
“No. Il tuo libro è in alto, e lo è anche nello specchio. Il libro non è invertito, lo è solo la mano che lo tiene …”
Sua moglie lo schernì: “Eh già, ora lo specchio inverte solo le persone e non le cose!”
Giuha non capiva più niente. Chiuse gli occhi (per un attimo pensò: “ma la mia immagine sarà ancora lì?”) poi li riaprì. Si osservò di nuovo e vide che anche a lui succedeva lo stesso: il libro era nella sua mano destra e si trovava a destra anche nello specchio; però era nella mano sinistra dello specchio, che era il riflesso della sua mano destra … ed entrambe le mani puntavano nella stessa direzione. Per fortuna la testa era sempre in alto.
Il sapiente l’aveva confuso per bene, e si era anche divertito parecchio! Ma ora pensò che era giunto il momento di aiutarlo. Si alzò e attaccò quattro foglietti sullo specchio in ciascuna delle quattro direzioni, e ci scrisse sopra i rispettivi nomi: alto, basso, destra, sinistra. Poi ripassò su ciascun foglietto scrivendo un'altra parola: nord, sud, est, ovest.
Di colpo alla moglie di Giuha venne un’idea: “Ciò che punta a est resta a est anche se riflesso, e lo stesso per ciò che punta a ovest; proprio come succede all’alto e al basso; lo specchio non ha invertito niente! Se una direzione la chiamo est e ovest non si inverte, se la chiamo destra
e sinistra invece sì. Allora sono i nomi che ci traggono in inganno. Quella che nello specchio sembra la tua mano sinistra in realtà è la destra, è proprio quella, guarda Giuha, ha il libro e anche l’anello sull’anulare, sbagliamo noi a chiamarla sinistra!”
Il sapiente rispose compiaciuto: “Hai ragione! E ora guardate questa foto.” Tirò fuori il cellulare e lo mise di fianco allo specchio, mostrando la foto di Giuha scattata in precedenza; le due immagini erano diverse una dall’altra, in quella sul cellulare il libro era a sinistra, nella mano destra, mentre nello specchio era l’opposto.
Iniziò a spiegare: “La foto è la tua immagine giusta, quella sullo specchio invece è rovesciata; fai attenzione, ho detto che è rovesciata, non invertita.”
Giuha chiese subito: “Qual è la differenza?”
Il sapiente continuò: “Aspetta, intanto prendi nota che è diversa da te; ma sei talmente abituato a riconoscere un essere umano uguale a te quando ce l’hai di fronte, che attribuisci all’immagine rovesciata sullo specchio tutte le qualità di un vero essere umano; compreso il fatto di avere un lato destro e uno sinistro.”
Giuha guardò le due immagini inclinando un po’ la testa a destra e a sinistra, come per vederle da diverse angolazioni; l’immagine sullo specchio lo seguiva, l’altra no.
Sua moglie si rimise in piedi. “Lo specchio non c’entra, abbiamo detto che non inverte destra e sinistra né alto e basso; siamo noi che siamo (quasi) simmetrici in verticale, l’asse di riflessione è solo nel nostro corpo e nella nostra testa. I punti cardinali sono direzioni assolute, così come alto e basso, mentre destra e sinistra sono relative all’osservatore, hanno significato solo rispetto a un’altra direzione relativa, cioè l’ “avanti”; e l’immagine sullo specchio ha il suo avanti in direzione opposta alla tua. Quindi sembra che si scambino la destra e la sinistra.”
“Ecco, un’altra direzione invertita!” esclamò Giuha contrariato.
“Che confusione!” Intervenne sua moglie: “Ma se prima abbiamo concluso che le altre
due direzioni non sono invertite, questa è la sola che lo è veramente: avanti … e dietro!” finì esultante.
“Infatti,” disse il sapiente, “provate a muovere il libro verso lo specchio: il libro vero si allontana da voi ma quello riflesso si avvicina; nello specchio ciò che è più lontano è più vicino e viceversa. Lo specchio inverte davanti e dietro, per questo prima ho detto che “rovescia”: rovescia l’immagine come un calzino.”
Giuha ci pensò su un attimo, poi disse: “Non per niente si dice che lo specchio mostra ciò che abbiamo dentro.” Fece una pausa, e il sapiente pensò fugacemente a una certa Alice che aveva conosciuto tempo prima …
“Che stranezza! La mia immagine è rovesciata, e non ci faccio caso; mentre mi stupisco che si invertano destra e sinistra, che invece restano al loro posto.” E Giuha fece un’altra pausa, più lunga, mentre guardava la copertina del libro riflessa nello specchio; un nuovo dubbio affiorò: “Ma il libro no … le lettere del titolo sono piatte … l’inversione davanti - dietro non le cambia. Eppure la destra è scambiata con la sinistra!”
Il sapiente prese il libro di Giuha e lo girò verso di lui per fargli leggere direttamente il titolo, mentre diceva: “Certo, se fai fare al libro mezzo giro sul suo asse verticale, vedrai la scritta invertita, ma l’hai invertita tu.” Giuha guardava il libro stupito. “Immagina che il libro sia trasparente, e prova a leggere il titolo da dietro: lo vedi rovesciato; e lo specchio te lo rimanda ugualmente rovesciato, senza ulteriori inversioni, perché, come giustamente hai detto, la scritta è piatta.”
Giuha riprese il libro e fece delle prove, girandolo davanti allo specchio, mentre sua moglie lo apostrofava: “È proprio così! Sei sempre il solito, dai la colpa allo specchio di ciò che hai causato tu stesso.”
Il sapiente era soddisfatto e disse per concludere: “Bene, ora che avete capito, cosa avete imparato dall’osservazione dello specchio?”
Rispose per primo Giuha: “Abbiamo imparato che non dobbiamo sempre giudicare le persone secondo il nostro punto di vista, la loro visione può essere opposta alla nostra ma per loro altrettanto valida. Tutto è relativo.”
Quindi rispose sua moglie: “Al contrario, lo specchio insegna che solo con dei riferimenti assoluti possiamo capire cosa è giusto e cosa sbagliato, chi ha ragione e chi torto.”
Il sapiente sorrise e disse: “Avete assolutamente ragione entrambi, dipende dal punto di vista … oppure … forse questo è l’unico insegnamento, che dobbiamo sempre guardare oltre alle apparenze, mettere in dubbio ciò che è ovvio, e applicare il ragionamento senza dogmatismi; solo così possiamo arrivare a comprendere il mondo in cui viviamo e le persone che vivono intorno a noi.”
Così dicendo se ne andò a casa lasciandoli a riflettere sulle sue parole.
Paolo Morini