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Vues et vécus en Algérie et ailleurs. Forum où au cours des jours et du temps j'essaierai de donner quelque chose de moi en quelques mots qui, j'espère, seront modestes, justes et élégants dans la mesure du possible. Bienvenue donc à qui accède à cet espace et bienvenue à ses commentaires. Abdelmalek SMARI

Dissezione di un testo – o del mio romanzo “L'occidentalista” - 4 -

 

Cinque chiavi per leggere L’occidentalista

 

“Lottate per un mondo migliore; usate la cultura come strumento di liberazione da ogni forma di oppressione. Usate il "sospetto" per innalzarvi, mai per abbassarvi.” Alessandro Orsini

 

In questo mio nuovo romanzo “L’occidentalista”, i discorsi dei personaggi, i loro sogni, pensieri e ricordi sono intrisi di ironia, allusione, scherzi, sarcasmo… come in “Fiamme in paradiso”, il mio primo romanzo pubblicato con il Saggiatore nel 2000.

“Fiamme in paradiso” condivide con “L’occidentalista” lo sfondo cittadino, la solitudine dell’individuo di fronte al gruppo, la ricerca di nuovi linguaggi per aggiornare i sempiterni valori, la critica storico-sociale e l’analisi dei pregiudizi e luoghi comuni, l’irrequieta esistenziale costante dell’essere e infine l’immancabile credenza nella libertà, nella speranza, nella dolcezza - seppur rara - reale ed effettiva della vita.

Come le città di una volta, l’opera si trova protetta da una muraglia massiccia ma i suoi abitanti hanno a disposizione sempre più di una porta per poter uscire ed entrare. Per quanto riguarda la mia opera-fortezza, ho individuato alcune porte di cui ve ne ho scelto cinque:

- La città (Milano) è essa stessa protagonista riconoscibile nei suoi giardini, i suoi edifici, il suo clima, la sua aria e le sue vie che fanno così scoprire realtà e aspetti della vita di questa città inediti.

- I personaggi, con la diversità delle loro provenienze culturali e soprattutto con le loro particolarità e i loro caratteri, diventano familiari grazie alla messa in scena dei loro comportamenti, del loro linguaggio, delle loro paure e speranze, della loro alienazione e anche degli slanci di lucidità, d’ironia e di generosità di cui sono capaci.

- Il tempo è però, come ho detto, il maggiore protagonista. È il tempo dei continui ritorni, ciclico quasi, e che ha imposto il suo ritmo allo stile stesso della narrazione: si può cominciare la lettura del libro da un qualsiasi capitolo senza alterarne del tutto il senso della narrazione! Questo desiderio di ritornare indica la ricerca di una specie di ubiquità, caratteristica sui generis degli dei; l’essere umano, questo povero Dio che deve morire, può annoiarsi a forza di vedere sempre la stessa cosa, ma rinunciare a essere dio, mai. Il primo personaggio appunto, Samir, pur rifiutando categoricamente di “scimmiottare” dio, finisce per accettare di diventare egli stesso… dio!

- Il sistema dei valori è un’altra chiave di lettura che il protagonista ricerca, difende, sposa o mette in dubbio e in crisi. È evidente soprattutto nell’immaginario del protagonista che non smette mai d’interrogarsi sul senso della vita, sulla libertà nelle sue forme più pertinenti (prassi di questa libertà), la giustizia, la solidarietà, valori a cui l’uomo non rinuncia persino da morto.

- La comune condizione umana è nel libro una costante che l’uomo/protagonista porta sempre con sé a prescindere dalla sua origine geografica, storica e culturale, dalla sua provenienza sociale e dalle sue condizioni economiche.

Detto questo, sono convinto che il leggere un’opera assomiglia in qualche modo al contemplare il proprio riflesso (o il suo universo o spazio in cui egli evolve) nello specchio che l’opera ci porge. Certo vediamo e lo specchio e il riflesso ma la nostra attenzione si concentra più sui particolari della nostra silhouette, e raramente sulla cornice o sullo stato dello specchio. E sarà appunto il compito della critica.

 

Abdelmalek Smari

 

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