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Vues et vécus en Algérie et ailleurs. Forum où au cours des jours et du temps j'essaierai de donner quelque chose de moi en quelques mots qui, j'espère, seront modestes, justes et élégants dans la mesure du possible. Bienvenue donc à qui accède à cet espace et bienvenue à ses commentaires. Abdelmalek SMARI

IL POETA SI DIVERTE (2) - Commedia in tre atti (1999, rivista aprile 2016)

ATTO II

 

 

Scena I

 

 

Un tavolo da bar, delle sedie sparse attorno ad esso, di cui una è occupata da Roberto. Entra Hamid, uno dei due marocchini, l'amico di Rauf. Un po' ciciotto, il viso pieno e rotondo, la pelle non tanto scura, il fronte sguarnito di capelli. Ha una camicia bianca e dei pantaloni jeans. Saluta.

 

Roberto Hai visto Rauf?

Hamid (Con riso timido) No, sarà nei giardini.

Roberto (Con un'eccitazione insolita, senza guardarlo) Tu credi?

Hamid A cosa?

Roberto No... niente.

Hamid (incuriosito insiste) A cosa?

Roberto Tu credi (poi si trattiene)? No. .. Niente. Sto scherzando.

Hamid Dai, tu mi vuoi dire qualcosa. Non sei mica tu lo straniero qui (l'insistenza diventa quasi una supplica). Dai, dimmi di cosa si tratta.

Roberto Però promettimi di non dire niente ai tuoi amici.

Hamid Te lo prometto, però dipende da quello che mi vuoi dire.

Roberto È un argomento di grande importanza... Si tratta di Rauf.

Hamid (Con aria grave) Ha fatto qualcosa di male? Gli è successo qualcosa?

Roberto Siete tutti mussulmani?

Hamid Certo, anche Rauf..

Roberto Che vuol dire Islam?

Hamid Non sai ancora che vuol dire Islam? Ma dove vivi? È una religione come tutte le altre!

Roberto Come si può distinguere un mussulmano da un non musulmano?

Hamid Che cosa insinui?

Roberto Dimmi, come si fa a distinguere un mussulmano? Non dirmi dalla barba, perché tutti gli uomini possono farsela crescere, persino le capre ce l'anno (ride della propria battuta. Sorride anche Hamid). E non dirmi neppure dal vestito!

Hamid La barba, il vestito, i gesti e i rituali come la preghiera, il Ramadan...

Roberto (Interrompendolo): E se capita che qualcuno non fa più la preghiera, rimane ancora mussulmano?

Hamid Chi lascia la preghiera per ozio o per trascuratezza non è considerato fuori dalla religione. L'ateo, il kafir, secondo me, è colui che lascia la religione perché non ci crede più.

Roberto (Come se fosse arrivato ad una conclusione) Perfetto. Che cosa pensi di Rauf? Lui è ancora mussulmano, anche se ha smesso di pregare? Ma come fai a dire che appartiene ancora al gruppo dei credenti e non a quello degli eretici?

Hamid (Stupefatto) Come puoi tu, cristiano, dubitare dell'islamità di un mussulmano o giudicare della sua fede? Io stesso ho pensato molte volte di non pregare più, in questa vita difficile dell'esilio.

Roberto (Imperturbabile) Cosa pensi di chi beve il vino?

Hamid (Temendo una trappola nell'indiscrezione di Roberto, comincia a misurare le parole) Un mussulmano non deve bere il vino (fissando bene negli occhi Roberto come se lo stesse interrogando. Roberto stesso ha come stampata sul viso un'aria interrogativa) né mangiare la carne di maiale, insomma non deve trasgredire gli obblighi religiosi nella misura del possibile. Ciò non vuol dire che il mussulmano debba essere un angelo e che non sbagli mai!

Roberto (In maniera ossessiva) Cosa pensi di Rauf? Pensi che beva?

Hamid Metto la mano sul fuoco.

Roberto Eh! Che amico sei! Però, però... (una risata troncata)! Il tuo amico ha tradito la fiducia che hai in lui!

Hamid (Sorridendo). Che dici?!

Roberto Ovviamente non dirgli niente di ciò che ti ho detto.

Hamid E cosa mi hai detto?

Roberto (Abituato a scherzare) Siete così, voi arabi; non capite che la superficie delle cose.

Hamid Però, come diceva appunto Rauf, siamo più fortunati dei vostri cani. Almeno noi qualcosa capiamo. Non vedi che possiamo parlare e non abbaiare. Prova a parlare tu nella mia lingua.

Roberto (Ridendo) Anche noi in America abbiamo imparato la lingua degli americani. (Poi guardando attentamente Hamid) Vedo che Rauf ti ha insegnato bene! È davvero intelligente.

Hamid Quando lo vedi cantagli le tue lodi. Ma ritorniamo al nostro discorso. Che cosa mi volevi dire?

Roberto (Come se facesse uno sforzo per ricordare, corrugando la fronte, l'indice sul labbro inferiore e il resto delle dita coprono il mento) Cosa stavo dicendo?

Hamid Hai già dimenticato? Si vede che non era una cosa seria.

Roberto Naturalmente stavo scherzando. Ecco… mi ritorna in mente… immagina se Rauf bevesse davvero! Però... cosa può fregare a te se lui beve il vino?

Hamid È un amico e non voglio che sia colpito da questo male.

Roberto Che amico sei!

Hamid Non mi hai detto cosa è successo.

Roberto Stavo scherzando, tu mi conosci, no? Ora devo lasciarti, mia moglie mi aspetta... altrimenti quella me le dà, sai. Ciao!

 

 

Scena II

 

 

Roberto passeggiando nel viale dei giardini. Rauf è seduto su una panchina, il suo solito quaderno nelle mani e la penna tra le dita. La testa è rovesciata un po' dietro le spalle come se fosse in meditazione. Rauf vede Roberto soltanto quando si avvicina a lui.

 

Roberto Ciao poeta, anzi, laico.

Rauf (Sorridendo) Tu mi puoi cambiare nome ogni giorno. Non è male come idea, forse dobbiamo cambiare i nostri nomi ogni volta che viviamo una nuova esperienza. È da giorni che faccio la corte ad una poesia...

Roberto È una donna la tua poesia?

Rauf Magari! È più difficile di una donna. È più resistente. Non cede che a un vero cavaliere del senso e della sensibilità, coraggioso e tenace.

Roberto (Scherzando) Altro che cavaliere, tu sei cammelliere... Quando l'uomo si trova fuori dal suo ambiente naturale, gli capita di perdere necessariamente l’anima, il linguaggio e il senso delle parole… vedi che parli di cavallo ed intendi il cammello! Sei morto...

Rauf (Fa il segno dello scongiuro, per scherzo. Lo fa male, Roberto lo corregge?) Adesso mi vedi già morto!

Roberto È quasi una regola. Ma tu sei una persona colta. Sei l’eccezione che conferma la regola. Sei un poeta e sei intelligente. L'ho detto anche al tuo amico.

Rauf Gli hai detto anche che sono un ubriacone.

Roberto Perché, non è vero che bevi?

Rauf Sì, bevo e berrò ancora e ancora. Però dovresti tenere conto della sua sensibilità. Sai cosa significa per lui? Che io sono finito, sono morto ormai e lui ne porterà il lutto. Sarà preso da quella tristezza che si ha quando si perde sul serio un vero amico.

Roberto Ma non ho detto niente di chiaro. Erano semplici allusioni. Stavo scherzando. Dai, su, non allungare il muso! Sei sempre tu. Tu, come ti ho visto la prima volta e come sei adesso (finisce ridendo).

- Rauf (Ride anche lui) Ti ricordi della domanda che mi hai fatto quando mi hai conosciuto per la prima volta? "Portavi in Algeria vestiti europei?" Che strana domanda! Anche adesso quando me ne ricordo mi vien da ridere da solo come un pazzo, non solo per la comicità dell'espressione, ma per dispiacere. Sì, ridiamo anche per dispiacere. L'ignoranza non è roba solo per abitanti del deserto e pastori di cammelli, ma i suoi tentacoli arrivano in Italia e in Lombardia, perfino a te, caro Roberto.

Roberto (Si concentra e poi il suo viso si distende in una risata) Ero sincero. Mi hai confuso quel giorno! Ed io che cercavo di fare mostra della mia occidentalità! L'errore è umano. Poi siamo diventati amici ormai, nevvero? Ed è quello che conta. Ora devo andare. Vieni qualche volta a trovarmi nel mio studio... col tuo amico.

Rauf Ancora! Il mio amico!

Roberto Che cos'è successo tra voi due? Non dirmi che avete litigato.

Rauf Mi hai messo in una situazione di disagio con lui. Ho dovuto confessargli tutto. Non avevo scelta. Gli ho detto che stavo sperimentando la vita, sia il lato dolce che quello amaro. Un uomo come me non deve....

Roberto (Lo interrompe maliziosamente) Un poeta come te.

Rauf (Continuando con lo stesso tono) ...un abitante del deserto come me, non deve forse conoscere il gusto e l’effetto del vino?

Roberto Voi, abitanti del deserto, non sapete quasi niente della civiltà e del vino in particolare.

Rauf (In modo pedantesco) Devi sapere caro mio che il vino, così come la libertà, l'amore e tutto il resto non sono stati creati dagli occidentali; sono cose e valori che vengono dall'uomo.

Roberto solo che la vostra religione ve li ha proibiti...

Rauf Se ce li ha proibiti, il motivo è che noi ne siamo fin troppo innamorati. È un modo per insegnarci la misura, ha paura che noi esageriamo nell'amarli e ne abusiamo. Sai che fra le bevande del paradiso ci sono riservati fiumi interi dei migliori vini?

Roberto Se è come dici tu, io ci metto la firma.

Rauf Non è tutto; i nostri poeti, pagani e mussulmani, hanno lodato il vino! Hanno persino creato un genere chiamato Khamriyat, cioè pressapoco “Vineide”. Non credo che un'altra poesia abbia mai lodato il vino come quella araba. Ma tu ignori anche questo, vero? Per forza, non capisci l'arabo.

Roberto Se continuo a darti retta, tornerò da mia moglie mussulmano. Quella là, è capace di darmele, sai? Ti saluto, ciao (ride ed esce).

 

 

Scena III

 

 

Sul marciapiede c’è un palo della luce. Un orologio segna le tre. Un pannello pubblicitario su cui è scritto in caratteri cubitali Il poeta si diverte (un modo per dare il titolo). Una giovane ragazza (può essere Claudia stessa), la prostituta, ha appena cacciato via Rauf.

 

La prostituta Sì, ciao! Uffa! Che barba! E mi parla in francese! “Bien, bien. On pousse! C'est incroyable!..” E mi canta in Arabo! “Hel ra-it, hal ra-it..” ma io cosa ho visto?! E vuole che passi la notte con lui! Cafone! Pensa che basti salutarmi e sorridermi perché io accetti di passare la notte col primo arrivato. Ma io sto lavorando! Devo pagare l’affitto, devo mangiare ogni tanto qualcosa, no? E poi questi preservativi che non finiscono! Ma questo cafone non sa che devo rendere conto al mio datore di lavoro? Ho dieci preservativi e non ne ho usato nemmeno la metà!

Tra poco è l’alba. O, dio mio, se non li finisco, poi domani ne riceverò altri dieci! No! Io non ce la faccio più: devo dare le dimissioni. Mi ammazzerò.

E questo cretino che ogni sera mi viene a ripetere la stessa canzone! Quanti preservativi potrei usare con lui? Due? Tre? Ma quelli che avanzano? Me li pagherà lui? Non ha una lira in tasca. Viene qui solo per farmi perdere tempo e far scappare i clienti.

Le machine (la donna ha l'accento spagnolo) non si fermano più... E così, si diverte molto sulla mia pelle. Volendo, potrei anche fargli un pompino per sbarazzarmene, ma non merita nemmeno che gli dia un briciolo di importanza!

Che bella dona sei… e che basso prezzo chiedi!”.

Ma cretino, tu non sei capace neanche di avere un letto! Vuole fare l’amore con me sul prato o magari su un albero, come si fa da loro nella Sabania!

Sai che faccio quando me ne vado via da te? Piango la tua bellezza che si sta perdendo. Ecco!” Piange per me, avete sentito? E chi piange per lui? Mascalzone che non è altro!

 

Hai mai visto quant'è lontano il cielo?

Io t'amo quanto lui è distante.

Hai mai visto quant'è grande il mare?

Io t'amo quanto lui è grande.

Hai mai visto quanto sei bella?

Io t'amo quanto sei bella tu.

 

Se la mia bellezza è così grande, come dice, credete che un solo uomo la possa contenere? Se mi ama tanto… conosce le condizioni! O sbaglio?

La machina e cinquanta euri. Se mi vuole a casa, deve fare conto che io finisca i preservativi. Non m’interessano i soldi. Mi ha fatto perdere tempo e clienti e pensava di avermi fatto del bene e tenuto compagnia! Che stronzo!

E insiste “Veramente, non puoi fare qualcosa per me?” Ma chi sarà lui, miserabile che non è altro? “Mi considero come amico. No?”

No, no caro, mi dispiace. Le condizioni sono quelle che ti ho detto...

E ri-insiste “E che cosa mi hai detto?”

Deficiente; gliel'ho ripetuto trenta volte, ma lui non capisce un bel miente...

 

 

Scena IV

 

 

Roberto, un sigaro in bocca, seduto ad un tavolo, sta sfogliando un giornale nel bar. Hamid, con aria seria e la barba malcurata, si avvicina a lui.

 

Hamid Allora?

Roberto (Lieto) Ah ciao, come stai?

Hamid Bene, grazie a Dio, per l’Islam.

Roberto (Incuriosito) Che c’entra l’Islam con la tua salute?

Hamid A noi mussulmani non interessa la vita quanto l’Islam. L’importante è essere mussulmani, il resto non conta nulla… o almeno viene dopo, in importanza.

Roberto Non sono d’accordo!

Hamid (In tono provocatorio) E che c'importa che tu sia d’accordo o no ? Voi altri cristiani, vivete nel peccato. Andrete tutti quanti all’inferno. A quanti Dei credete?

Roberto (Ora divertito) Noi crediamo ad un Dio unico.

Hamid Andrete tutti quanti all’inferno (pronuncia questa espressione con isteria). Che cosa dite di Maria?

Roberto È un processo? ... Maria? È la madre di Dio.

Hamid Andrete tutti all’inferno. Come chiamate questo (accenna a un crocifisso appeso al collo di Roberto)?

Roberto Crocifisso. E’ il simbolo dei cristiani. Rimane però un semplice pezzo di metallo.

Hamid Che Dio mi preservi. Andrete tutti all’inferno.

Roberto (Con tono ironico) Scusa tanto, ma non è che adoriamo il crocifisso. E poi da noi quasi nessuno dà più importanza alla religione, figuriamoci a un pezzo di metallo!

Hamid Tutti all’inferno! Tutti all’inferno! Tu preghi?

Roberto Anche se è una domanda indiscreta, ti risponderò lo stesso; io lo faccio, ma raramente. Ogni tanto vado in chiesa per guardare Dio.

Hamid Guardare Dio!? Tutti all’inferno!

Roberto Se sei così fedele, Dio dovrebbe amarti. Invece pare che il vostro Dio non sia così soddisfatto di voi, mussulmani. Anzi è arrabbiato con voi e vi punisce. Non vedi che fate parte del terzo mondo? Significa allora che noi siamo sulla retta via e voi no. Non siamo noi forse i ricchi e voi i poveri, noi gli istruiti e voi gli ignoranti beduini, noi i democratici illuminati e voi gli oscurantisti schiavi dei dittatori, noi i puliti e voi i sudici...?

Hamid Se siamo così come dici è perché non osserviamo più i comandamenti di Dio. Se avessimo applicato le leggi del Corano, saremmo stati noi gli sviluppati e voi gli arretrati, noi gli illuminati e voi gli intenebrati... Ma Dio ci ha castigati. Ed è meglio che lo abbia fatto in questo mondo effimero piuttosto che dannarci nella vita eterna dell'aldilà...

Roberto (Ancora più provocatorio) E quindi non siete mussulmani?

Hamid Tutti all’inferno! (Si accorge del barista che ha portato un bicchiere di liquore a Roberto) Cos’è?

Roberto Whisky.

Hamid A Latiiiff! Tutti all’inferno! Posso dare un’occhiata al tuo giornale? Che cosa racconta? (Sfoglia il giornale) Io non so leggere la vostra lingua.

Roberto E la tua, la conosci almeno?

Hamid La mia lingua è la lingua degli abitanti del paradiso.

Roberto Invece la mia è la lingua di Dante e ciò mi basta come onore.

Hamid E chi è questo Dante?

Roberto Era un poeta che, secoli prima della tua nascita, aveva vagato nell’inferno e nel purgatorio per finire nel paradiso.

Hamid (Scettico) È entrato nel paradiso? Ma cosa dici?!

Roberto (In tono ironico) Macché?! Credi che al paradiso non vadano anche i poeti? Loro lo meritano!

Hamid Eresia! Tutti all’inferno! Tranne Rauf, non perché è un amico ma perché è musulmano come me. Anche se è un musulmano laico.

Roberto (In tono che si vuole supplichevole) Abbi pietà di noi, anzi di te stesso… Ma sei ingiusto! Non sono anch'io tuo amico?

Hamid In questa vita sì, ma nell’aldilà si separano il buono e il cattivo.

Roberto In che scuola hai studiato?

Hamid Io non sono andato alla scuola francese dove si insegnano solo eresia e depravazione ma, grazie a Dio, ho avuto la possibilità di imparare a memoria il Corano. Ho imparato anche il calcolo. Ci hanno insegnato perfino la medicina. Adesso posso guarire i posseduti, scrivendo i talismani e posso curare parecchie malattie del corpo usando gli sputi combinati con le preghiere. Ma non solo, ho anche imparato a distinguere il bene dal male e ad esortare la gente ad amare l’uno e a odiare l’altro.

Roberto (Finge il meravigliato) Caspita, hai una vasta cultura!

Hamid Appunto. Questa è la vera cultura. Invece la vostra è inutile. Non insegna che eresia, musica, pittura, fisica, filosofia!...Tutti all’inferno.

 

 

Scena V

 

 

Nei giardini, Roberto apre il giornale e Rauf il suo quaderno. L’uno legge e l’altro scrive. Di tanto in tanto si sentono le voci di altre persone che stanno chiacchierando. Parlano di salute e di pensione.

 

Roberto Ieri ho avuto una conversazione molto divertente, direi, con uno di voi.

Rauf (Un po' stupito) Uno di noi? Noi, chi?

Roberto Voi, mussulmani o arabi. Che ne so io? Un tuo paesano; mandava all’inferno tutti i cristiani. E lo diceva sul serio!

Rauf Ti sei divertito, no?

Roberto (Infastidito dalle voci) Non è possibile! Non possono parlare a bassa voce? Pensioni, pensioni... (Rauf sorride) Senti? Fra poco parlano di malattie! Ogni volta è lo stesso refrain: pensioni, malattia, medicinali, chiesa, morte! (Guardando il quaderno di Rauf) Sempre con la poesia?

Rauf Le sto sempre dietro (poi canterellando in arabo) Uaraac, uaraac deiiimen; deiiimen uaraac deiiimen.

Roberto Sei anche capace di cantare?

Rauf E’ un refrain del principe della canzone araba.

Roberto Voi arabi avete sempre un principe in ogni cosa! Nel regno dei ciechi chi ci vede con un occhio solo è Re!

Rauf Non è tutto. Abbiamo un principe dei poeti, uno degli innamorati, alcuni del petrolio... ma sono principi senza principati! Un principe dei cammelli, uno degli sciacalli del deserto, uno della vita e un altro della morte (ride).

Roberto Sei diventato come quelli lì (accenna verso l'origine delle voci). Ti piace parlare di morte?

Rauf Io l’ho citata così. Ma sei tu che ne stai parlando.

Roberto Quando la morte è vicina (accenna ancora alla direzione delle voci), cominciamo a parlarne come se cercassimo di difenderci dal terrore di lei e renderla dicibile, umana. Già! (Guarda intorno e respira un po’ d’aria, cambia argomento). E’ una bella giornata.

Rauf Abbiamo fatto bene a non stare nel bar, altrimenti avremmo perso tutto questo splendore.

Roberto (Le voci si sentono ancora per un po' ma debolmente. Con una mano sull'orecchio, come se cercasse di raccogliere il massimo del discorso; con l'altra indica la direzione della voce) li senti ancora? Morte, pensione, medicinali… (poi il ronzio delle voci sparisce) Finalmente! (con profonda inspirazione)... Si può leggere tranquillamente.

 

 

 

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