Vues et vécus en Algérie et ailleurs. Forum où au cours des jours et du temps j'essaierai de donner quelque chose de moi en quelques mots qui, j'espère, seront modestes, justes et élégants dans la mesure du possible. Bienvenue donc à qui accède à cet espace et bienvenue à ses commentaires. Abdelmalek SMARI
I personaggi
Rauf
Claudia
Roberto
Hamid
La prostituta (lo può svolgere Claudia
Giovanni (lo può svolgere Roberto)
ATTO I
Scena I
Rauf, un ragazzo giovane, ben vestito. Ha un quaderno sotto il braccio e una biro dietro l'orecchio, nella mano tiene un uccellino.
E' in piedi vicino a un muro, dietro al quale si trova un albero: i suoi rami cadono fino all'altezza di una persona.
Rauf Non aver paura, sei salvo! Non sei caduto nelle mani di un sanguinario (l'accarezza). Magari sei deluso. Oppure dubiti di te stesso, della tua capacità di volare? Cadere è una delle regole della natura. Così la stanchezza, dopo i primi tentativi di volare, è una delle leggi che governano il mondo degli uccelli.
“Ecco che parlo con un uccello, come se capisse o mi stesse ascoltando... proprio io … pensare che quelli che parlano ai cani mi fanno ridere! Però... io sono cosciente che l'uccello non mi capisce....non fa niente. Chissà? Forse capisce, da come lo si tratta, se sono parole di tenerezza o parole cattive. Questo è un problema che gli scienziati non hanno ancora risolto.
Fra poco ti restituisco al tuo ramo, ma non prima che se ne vadano dal tuo cuore lo spavento della caduta e il terrore della prigionia, senz'altro temporanea. Piccolo angelo, a cui gli angeli hanno rubato le ali, sei nella culla di un poeta!
Sai che vuol dire poeta?
Il poeta è qualcuno che ha perso un tempo a lui caro. È diventato perciò così triste, così malinconico che si sente solo nella folla, esiliato nella propria patria. Non vede più in questo mondo né misericordia, né compassione. Allora si mette alla ricerca di qualcuno o di qualcosa che lo consoli e lo diverta dalla sua solitudine.
Conosci la sua tragedia? No, non sforzarti! Rispondo io. Poiché gli sforzi dell’uomo per vincere la propria condizione non hanno avuto risultati, il poeta è un uomo che affronta il proprio destino con lucidità e coraggio: conta solo su se stesso, mette in moto i suoi sentimenti, la sua mente, le sue conoscenze e anche l'esperienza dell'umanità intera per trasformare la sua profonda tristezza in parole, in forme, in melodie, proprio come fate voi in maniera spontanea e naturale. Quindi il poeta cerca di trasformare la sua tragedia in una bellissima consolazione.
È grazie al poeta che l'uomo può sentirsi forte e bello, e trovare un compagno nell'indifferenza di questo mondo e una luce nel suo buio.
Non ho ancora finito la mia poesia… Chissà quando sarà finita quanto sarà bella?! Me la immagino una poesia orfana, unica...
Sai che cos'è la tristezza? Sì che lo sai… Quando ti ho raccolto da terra eri dolorante e terrorizzato.
Scena II
L'angolo di un giardino pubblico con le sue panchine, la sua fontana, le aiuole, il cestino dei rifiuti... un cane a spasso con la sua padrona, Claudia, Roberto che cammina con le mani dietro due marocchini seduti in un angolo e infine un ragazzo. È Rauf, sta scrivendo qualcosa in arabo, da destra verso sinistra.
Rauf (sospirando): Ah! se solo riuscissi a finire questa poesia! C'è ancora da lavorarci. C'è ancora qualcosa da aggiungere. Non fa niente. Relax... (respira). Pensiamo allo splendore dell'erba, per esempio. No, ho già sfruttato quest'immagine... È meglio che lasci stare il quaderno e la penna per rilassarmi. (Mette quaderno e penna sulla panchina, si distende e sbadiglia. Rimane in questa posizione a guardare Claudia, che gli passa vicino col suo cane che sembra trascinarla.)
Claudia (al cane) Willy, piano! Dove vuoi andare? (Poi con esasperazione) Allora! Ho capito, vuoi che ti liberi?
Rauf (fra i denti ma il pubblico lo sente) Anzi vuoi che lui ti liberi.
Claudia (si china sul cagnolino e sgancia il guinzaglio) Eccoti libera, come desideravi. Stai attenta però, fai la brava. Mi raccomando. (Il cagnolina corre direttamente verso i due marocchini seduti su una panchina) No, no, no! Non andare lontano. Torna qui, subito! Willy! Cosa ti ho detto?!
Rauf Non sapevo che era femmina...
Claudia Stai attenta però, fai la brava.
Rauf (sempre fra i denti) Ecco. Fai la brava. Mi raccomando (muovendo la testa)... come se i cani capissero qualcosa.
(La cagnolina viene verso di lui)
Claudia (Quasi con un urlo quasi sterico) No! Non andare lontano. Willy! Vieni qui! Oh mio Dio! Willy! (Corre e la raggiunge) Che cosa ti ho detto? Eh? Sei scema? Oh dio mio, che spavento! Con questo tuo comportamento infastidisci la gente (Si abbassa per accarezzarla un po') Quando ti parlo, ascoltami e cerca di capire ciò che ti dico. Quando ti chiamo, vieni, non scappare. Hai capito? Adesso facciamo ancora un altro giro prima di tornare a casa. (Respirando l'aria ed emettendo un lieve grido di piacere) Si può ancora stare bene nei giardini, è vero patatina? (la bacia). Peccato che dobbiamo rientrare (Si gira verso la cagnolina, chinandosi su di lei) mi hai fatto una di quelle paure! Ti voglio bene, lo sai? Ho paura per te.
Rauf Adesso riconosci che avevi paura per lei e non per la gente! In fondo, in fondo, Che gliene frega se la gente s’infastidisce?
Claudia (Abbracciando il cane) Prima di andare dalla mamma, facciamo un altro giretto piccolino piccolino, okay? Dai, su'.
(Giunge alla loro altezza Roberto, un uomo che dimostra una settantina d'anni circa ma che ne ha di più: è ancora robusto, alto, bello, nonostante l’età. Ora Rauf ha una gamba accavallata sull'altra, il quaderno sul ginocchio e la penna fra le dita.)
Roberto (Al cagnolino) Ehi come siamo belli, anche se i tempi sono brutti. (Willy, che è adesso nelle braccia di Claudia, si agita, mentre Roberto si rivolge a un altro cagnolino che viene a curiosare) Anche tu, Fifi, anche tu sei bello. (Willy saltella) Ché? Mica sei gelosa di lui? (Roberto concentrato come un bimbo sul suo giocattolo) Avvicinati, vieni che ti do un bacio (e si china sulla cagnolina e la bacia sul muso).
Rauf Che schifo! Ma... Roberrrto, che fai?!
Una voce (Si sente la voce di una donna.) Fifi, vieni qua. Non vedi che è impegnato con gli altri cani?
Roberto Toh, prendi (da’ un biscotto a Willy).
Claudia (un po' confusa) Hai appena fatto colazione, maialina! È un comportamento incivile, scema. Chi te l’ha insegnato? Non si fa così, dai.. vieni qua! (rivolta a Roberto) Mi dispiace. (Si accorge che la cagnolina sta mangiando il biscotto)
Rauf (fa lo scandalizzato) Coome, non ha ringraziato il signore?!
Claudia Grazzie!
Rauf (Come se parlasse a Claudia) Un cane maleducato… lasciami ridere (ride). Ma non gli hai insegnato ancora a ringraziare? Lo so, è colpa di Roberto. Non ha mai avuto un cane, ma li ha sempre tentati. Passeggia sempre con dei biscottini in tasca. E così è riuscito ad avere la simpatia di tutti i cani. Se questo comportamento suscita la gioia dei cani, a Claudia non piace affatto questa educazione alla maleducazione! Ma Roberto la fa arrabbiare ancora di più quando insinua che a Willy manca solo la pa...
Roberto Le manca solo la parola.
Rauf Ecco….
Claudia È apposto così. Non ha bisogno della nostra parola!
Rauf Io invece so che oltre alla parola le mancano le ovaie.
Claudia Pensa che ieri mia sorella è venuta a casa mia. Ci siamo immerse in una conversazione e quindi avevo dimenticato di darle la medicina. Allora lei - (si rivolge alla cagnolina) vero Willy? - è venuta da me. Insisteva e insisteva, ma io pensavo che si sentisse male o che avesse fame. Cercavamo io e mia sorella....
Rauf Certo, cercavate senza di lei.
Claudia Cercavamo di capire cos'era successo. Abbiamo pensato a tutto tranne alla medicina. Ovviamente non ce ne saremmo accorte se non fosse stata la stessa Willy - vero tesoro? - a farcene ricordare coi suoi intelligenti via vai nella direzione del medicinale.
Roberto A proposito, come sta adesso?
Claudia Pare che sia in continuo miglioramento. Dobbiamo però aspettare la stagione del calore. Il suo medico...
Rauf di famiglia… eh sì, non sembra, ma Willy ha pure un medico suo, speciale, un analista. Per quanto riguarda la sua maternità, non credo che se ne lamenterà per tutto il resto della sua vita. L’analista ha tranquillizzato Claudia circa questo problemino. Secondo lui, occorre ancora fare altre sedute di analisi e poi si vedrà. Il rischio grosso è di fare di Willy una nevrotica. Il problema di transfert, sapete? Ed è quello che Claudia teme come morte.
Claudia Il dottore mi ha detto che la sterilizzazione le risparmierà la possibilità di contrarre un cancro perché, come spiegava, se il suo bisogno di maternità non viene soddisfatto almeno una volta nel suo ciclo della vita, le ovaie si indeboliscono e le probabilità di contrarre un cancro aumentano! Adesso mi sono messa il cuore in pace. Le ho fatto l'intervento. Non c'è più alcun rischio.
Roberto (ai cani) Ragazzi, adesso basta! Andate a giocare. Dai correte, correte. (Ritorna a parlare con Claudia) Poverina! Ha sofferto tanto?
Rauf Non glielo ha detto, alla sua padrona?!
Claudia Come le dicevo, deve ancora superare il periodo del calore, però. Se lo passerà senza problemi, potremo stare al sicuro. Comunque il suo medico la sta seguendo passo passo (si china sulla bestia, la solleva e la stringe con le braccia al petto, accarezzando il pelo), è vero patatina? (La bacia poi con affettazione ed esce).
Una voce (Si sente nuovamente la voce della padrona di Fifi). Fifi, vieni amore mio..
Rauf (Di Fifi) Meno male che tu non hai bisogno di uno psichiatra, altrimenti è la rovina.
Scena III
Seduto su una panchina in mezzo a ciò che sembra un giardino, di fronte all'acqua luminosa di un laghetto, Rauf col suo quadernino e la sua penna scrive.
Rauf (Alza gli occhi dal quaderno) Non ho detto che avevo ancora qualcosa da dire? Sono riuscito ad aggiungere ben sei versi in una sola settimana! La creatività necessita di distensione e serenità, stati di grazia che hanno origine nelle zone scure dell'inconscio. Per illuminarle e saperne trarre beneficio, bisogna abituare gli occhi della mente alla loro oscurità…
Roberto (Si avvicina alla panchina di Rauf) Buongiorno! Posso sedermi, non disturbo?
Rauf Come no?!
Roberto (Non si siede però, tira fuori un fazzoletto e pulisce la panchina. Rauf lo guarda e s'accorge che la sua giacca ingombra la panchina. Con un gesto svelto la scosta) Grazie. Gli anni hanno stancato questa testa (fa accenno al capo. Rauf si toglie il pullover e lo mette sulle spalle. Roberto lo guarda fare in silenzio) Hai caldo?
Rauf Sì, un po'.
Roberto Eppure non fa così caldo; è perché sei ancora giovane. Quanti anni hai? Venti? (Guardando il quaderno, poi lo fissa negli occhi) vedo che stai ancora ripassando le tue lezioni. Che scuola, hai detto, che hai fatto? Non ricordo... Sei ragioniere? Hai fatto il liceo? Hai una laurea?
Rauf Ho frequentato l'università (guarda il quaderno).
Roberto Forse ti ho disturbato.
Rauf Affatto. Aspetto che mi venga l'ispirazione.
Roberto Sei milanese? Io sono di Ferrara. (Rauf lo guarda con aria interrogativa) Ferrara, sai? Bologna, Rimini. Da quelle parti.
Rauf Non sono milanese e non so distinguere fra i vari dialetti.
Roberto Non sei di Milano?
Rauf No e neppure italiano.
Roberto Splendi ancora di gioventù
Rauf (Muove la testa in segno d'assenso, ma affatto convinto. Torna poi a chinarsi sulla sua poesia) È questa giornata che splende (sbadiglia).
Roberto Hai sonno?
Rauf Sbadiglio sia quando ho sonno che quando ho dormito troppo.
Roberto Invece sei stanco, si vede.
Rauf Hai ragione. Non ho dormito abbastanza la notte scorsa.
Roberto Sei sposato?
Rauf No.
Roberto Meno male. Ti consiglio di non farlo. Se potessi tornare indietro, non mi sposerei, ma vivrei come l'ape che sugge il nettare di ogni bel fiore (Rauf muove la testa, assentendo). Ma dimmi, vivi da solo? Chi ti cucina? Chi ti stira? Chi ti lava i vestiti?
Rauf (enumerando i suoi impegni) Purtroppo devo fare la spesa, cucinare, lavare i piatti e i vestiti, tutto io; e anche la casa, devo pulirla io. Inoltre ho altri impegni e altri lavori.
Roberto Immagino. Tuttavia ti consiglio di non sposarti, perché non tarderai ad averne abbastanza di tua moglie. Ho un figlio, dopo dieci anni di matrimonio si è separato ed è andato con un'altra donna. Lei con un altro uomo. È il bambino che ne pagherà le conseguenze, adesso. Quando una persona fa un figlio, non deve lasciarlo. È ancora un bambino! (Rauf, costernato, ascolta) È un bambino di sette anni! Che cosa sarà di lui?
Rauf Francamente, a parte il fatto che ho sempre qualcosa da fare, leggere per esempio (poi accenna alla poesia) e scrivere, dico, a parte questo a volte sento un forte desiderio di avere qualcuno vicino, anche per breve tempo.
Roberto (sorride) Qualcuna!.. che condivida il letto con te. Ricordati: devi essere nel giardino dell'amore, come l'ape... Ma non mi hai detto...Non hai mai avuto una ragazza?
Rauf (non risponde subito): Purtroppo no. Anzi, ho avuto una bellissima ragazza ma non sono stato capace di interessarla a lungo.
Roberto Non voglio farti dei complimenti, però devo riconoscere che sei bello e piacente. E poi... hai tutta la vita davanti a te. (Rauf sospira, mentre Roberto prova ad alzarsi dalla panchina.) Aia! Non ho più il vigore di una volta. È come se avessi già perso tutto sin dal primo giorno in cui mi sono sposato. Sai chi comanda a casa mia? Mia moglie. Io sono un servo docile. Corro di qua, corro di là per eseguire i suoi ordini. (Rauf lo guarda stupito) Sono stato operato due volte a queste gambe. Se fossi ancora giovane sarei guarito subito. Ma con l'età è difficile recuperare (si siede di nuovo). Ti infastidisco, forse?
Rauf Ti ho già detto che sono schiavo delle mie idee. Quando vengono, scrivo. Quando se ne vanno la mia penna si secca.
Roberto (riaccomodatosi) Bene (in silenzio, ambedue guardano nella direzione del laghetto. C’è qualche cigno bianco. Il sole risplende sopra la superficie dell'acqua alzando un alone luminoso). È una bella giornata nonostante l'autunno!
Rauf Tutto questo tepore e tutto questo splendore...
Roberto Tutto questo tepore e tutto questo splendore, giovanotto, non tarderanno ad andare via lasciando dietro di sé una fredda umidità e una cupa oscurità. E tutta questa gente non tarderà a disertare questo spettacolo affascinante, non appena tramonti il sole. Allora non rimarrà più niente in questo giardino. È proprio come questa nostra vita... Sai perché? (Senza aspettare risposta) Perché si tramuta subito in freddo (si alza in piedi, sistema la giacca e si avvicina con la lentezza propria degli anziani verso Rauf per salutarlo. Rauf si alza anche lui, indossa pullover e giacca). È il momento, devo andare, altrimenti mia moglie me le dà. È lei che decide della mia vita, perfino delle mie passeggiate. Tutto con un ordine impeccabile, tranne i miei soldi. Arrivederci, semmai ci dovessimo rivedere un giorno.
Rauf (Già in piedi per congedarsi) Arrivederci.
Roberto (Continuando a parlare come se non lo avesse sentito) Scusami se ho abusato del tuo tempo. È che sono solo, senza amici, tranne il calvario di mia moglie ovviamente e qualche inutile vecchietto come me. (Anche Rauf se ne va).
Scena IV
Roberto entra in scena-giardino; è contento di vedere Rauf che va verso di lui.
Roberto O Rauffe, Rauffe (lo chiama spesso così, come segno di affetto filiale)! Come stai? (I due amici sono in piedi faccia a faccia) Hai sentito cos’è successo in Africa? Nel tuo paese, voglio dire.
Rauf (Contagiato dall'aria costernata affettata da Roberto) No, purtroppo o, meglio, per fortuna non sento la radio da molto tempo né leggo i giornali.
Roberto Gli islamisti hanno ammazzato due giornalisti e un ex ministro degli interni. Bekei, si chiama.
Rauf (dopo un po'): Non esiste Bekei, sarà Belkheir?
Roberto Sì, quel che è. Può darsi che si tratti di lui. La notizia è stata data da Radio Svizzera. Il nome comunque assomiglia a questo qua. È triste. A me dispiace molto, veramente. Ma Dio santo! Perché uccidono soltanto gli uomini di cultura? Non lo so io!
Rauf Perché i mass media riportano soltanto le notizie dell'assassinio degli uomini di cultura?
Roberto No, non sono d'accordo... Camminiamo un po', fa freddo! Il problema è che gli islamisti non sentono l'esigenza di una cultura umanistica. Anzi vogliono mantenervi ancora nel medioevo.
Rauf (come se non avesse sentito Roberto). Hai mai sentito parlare dell’uccisione di quattrocento cosiddetti islamisti, molti fra di loro giovanissimi, colpevoli solo di avere rifiutato la tutela di un regime dittatoriale e repressivo?
Roberto (stupito). Noooo. Non ci posso credere.
Rauf Eppure non sei rimasto impressionato come lo sei per la morte di tre persone. Ovviamente non è colpa tua! Sai quanto spazio la stampa ha riservato ad una notizia tremenda come quella?
Roberto Non l'ho letta sui giornali.
Rauf Per forza, è stata pubblicata come un evento di pochissima importanza, nascosta tra le pieghe dei giornali. Questo però non vuol dire che io tifi per l'assassinio e la violenza. Solo che mi colpisce la morte di quattrocento persone uccise ingiustamente più di quella di tre. Ma chi mi dice che non ci sia stata una connivenza o complicità col regime anche se i tre sono giornalisti e uomini di cultura? Ognuno ha scelto comunque il proprio schieramento, ti pare?
Roberto Hai ragione. Quando penso alla violenza che esiste nel mondo! La mafia da noi uccide senza pietà. Poi c’è la Bosnia, la Cecenia, lo Sri-Lanka, l'Iraq...
Rauf L'Irlanda, la Spagna, la Corsica, gli Stati Uniti, il Quebec.
Roberto l’India, l’Algeria, l’Africa,
Rauf L’Albania, la Padania, il Sud Tirol...
Roberto Quanta violenza! Quanta povertà, quanta miseria c'è sulla terra! Dov'è questo Dio salvatore? Non è possibile che esista un Dio così crudele e sadico che voglia tanto male ai suoi figli, alle sue proprie creature senza misericordia e giustizia!
Rauf Migliaia di miliardi di esseri viventi nascono e muoiono ogni secondo dalla più semplice cellula, passando per l'uomo, alla balena in un continuo corteo funebre senza sosta. Perché non piangiamo tutte queste vite sprecate mentre ci scandalizziamo alla morte di una o due persone, a cui magari non avremmo mai concesso importanza se i mass media non lo avessero voluto?
Roberto Allora non sei d'accordo con me?
Rauf Non è questione di essere d'accordo o meno, ma il problema non è così semplice.
Roberto Fa veramente freddo. Andiamo al bar. Beviamo qualcosa di caldo, un tè o un'altra cosa calda. (I due amici escono).